ranuncoli

Ci sono cose che faccio solo quando me le chiedono: i bouquet da sposa, i vasetti di fiori.

Mi piace che sia un’attività non abituale perché così ogni volta devo cominciare da zero e inventare poetiche e stili, oltre che scovare una maniera solo mia per produrre e riprodurre forme che si sono già materializzate nella mia testa. Copiare non mi piace.

Stavolta i ranuncoli erano per un Naturalista e mi piaceva che sembrassero realistici ma non troppo, credo che alla fine lo siano abbastanza. La tintura vegetale (crespino, ginestra del tintore, curcuma, legno rosso) contribuisce in buona parte alla riuscita dell’effetto perché nulla assomiglia alla natura quanto la natura.

E poi il caso, come sempre il mio miglior alleato

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velina bianca, tintura naturale, carta crespa verde

coerenza

La cosa strana è che, se è vero che la mia più grande paura è di essere noiosa a me stessa – ripetitiva, scontata, abitudinaria – è vero anche che la coerenza è la virtù che cerco nel mio lavoro.

Le due cose, ho scoperto, non sono affatto incompatibili

mi affeziono facilmente

Ognuno ha le sue maniere di elaborare i lutti.

Io ultimamente mi sento orfana di Downton Abbey (lo so è una perversione, quella di affezionarsi alle serie TV, e io ce l’ho) e il mio modo di superare il trauma è stato di fare collane stile anni 20 (del ‘900), con materiali anni 10 (del 2000) e tecniche senza tempo che però a Mary, ne sono sicura, sarebbero piaciute.

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carta di giornale (pagine a colori), carta bianca, tintura vegetale

nella mia testa

Nella mia testa funziona così: vedo una carta che mi interessa.

In genere sono cose che non hanno alcun valore intrinseco ma, spesso, del valore simbolico. In questo caso, la Gazzetta dello Sport verde del 3 aprile 2016. Non che a me interessi in particolare lo sport, men che meno la Gazzetta, però quante volte vuoi che esca, in un secolo, la Gazzetta verde? Una. Secondo me non bisognava perdersela.

Quando prendi in mano una carta che ti interessa, lei un po’ ti parla. Non è sempre immediata, la comprensione di quello che ti dice, però se ti metti in ascolto ce la fai, ed è lei che ti guida. So che sembra un discorso metempsicotico psicotico, ma è così che funziona. Non credo che ci sia alcuna abilità artistica particolare in noi. Esiste invece una specie di attitudine manuale che però uno potrebbe incanalare in qualunque direzione. La magia succede quando invece di pretendere di essere al comando uno decide di defilarsi, di mettersi da un lato e guardare le cose come se avessero già, in sé, il loro scopo.

Penso che essere strumento sia meglio che sentirsi artefici: ti permette di goderti lo stupore di cose che sono uscite dalle tue mani senza che tu sappia esattamente come.

con o senza peso

C’è una cosa che mi piace ed è la leggerezza. Uno pensa che dipenda dal materiale che si usa e invece secondo me la leggerezza viene da uno stato dell’anima, per cui se anche uno avesse a disposizione solo blocchi di cemento, in una maniera o nell’altra troverebbe il modo, nella necessità, di rendere aerei anche quelli.

Certo non nego che con la carta sia più semplice

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carta, filo di ferro, colori vegetali

prove di pazienza

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lastrine di argilla decorata

Ho il problema che non ho pazienza. Nessuno ci crede quando lo racconto ma è così: sono l’essere più impaziente della terra eppure mi ritrovo a autoinfliggermi di continuo attività che necessitano di costanza e autocontrollo.

La cosa mi crea dei problemi perché, anche se ci metto tutta la mia buona volontà, a imparare delle cose nuove ci vuole del tempo, e io il tempo è come se cominciassi a rincorrerlo, vorrei sempre che le giornate improvvisamente diventassero doppie o triple perché devo imparare tutto e subito. Mi immergo nelle cose che mi interessano con fare bulimico, non riesco ad aspettare, vorrei provare dieci cose in una volta sola, ho l’ansia di non riuscire a fare subito quello che vorrei.

Uno stress.

Adesso è così con la ceramica. Ho a che fare con una materia che non conosco ed è come incontrare una persona nuova: come ci si comporta? Come si comunica? Sarà spiritosa, caparbia, permalosa? Ci capiremo? Ci troveremo a insultarci dopo poco? Tutto può essere. Intanto di lei ho capito che ha mille anime in una, e questo già mi piace. Vediamo se io piacerò a lei.

terra!

La mia avventura di ceramista (si fa per dire) è appena cominciata ma ha avuto una gestazione infinita. Mi ci è voluto tanto tempo per prendere coraggio, e non ho idea del motivo: timore reverenziale? Sospetto di fallire miseramente? Non lo so.

Per il momento ho 50 kg di argilla e non ho paura di usarla. Anzi non vedo l’ora di sporcarmi le mani.

una cosa fantastica che non mi interessa

L’artigianato è una gran cosa. Lo posso dire perché sono stata orgogliosamente artigiana per un decennio. Solo, non mi interessa più.

Il fatto è che mi stanco prestissimo delle cose, la produzione in serie non mi è congeniale e il mio sogno è creare solo pezzi unici. Pezzi unici di cosa, non è affatto importante: ho le mie predilezioni ma penso che il mondo sia un’unica grande scatola da cui pescare di volta in volta quel che serve per inseguire la bellezza, o la gioia.

Non sono affatto sicura di esserne capace ma provarci, ultimamente, mi è diventato necessario.

un po’ e un po’ e un po’

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Non so cosa sembra in assoluto ma so cosa sembra a me. Un po’ corallo, un po’ scheletro di riccio, un po’ creatura extraterrestre: non credo sia importante.

Mi piace la forma, mi piace il colore (legno rosso del Brasile) mi piace il materiale: carta giapponese,  11 grammi, filata e lavorata a uncinetto. Lo so, non si capisce, ma a me non importa.